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INCONTRI RAVVICINATI: GIANLUIGI QUINZI

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Gianluigi Quinzi è un promettente tennista italiano che è nato a Cittadella l’1 febbraio del 1996 e che è poi cresciuto a Porto San Giorgio con la madre Carlotta che in gioventù ha fatto parte della nazionale di sci e di pallamano, mentre il padre Luca è il presidente del tennis club Porto San Giorgio. Anche il fratello più giovane Gianluca gioca a tennis.

Gianluigi Quinzi, ha contribuito alla vittoria ottenuta dall’Italia nel 2012 della sua prima Coppa Davis Junior e a soli 17 anni, nel 2013, ha vinto il torneo di Wimbledon riservato ai giovani. Nel 2018 ha vinto il suo primo torneo dell’ATP Challenger Tour agli Internazionali di Tennis d’Abruzzo tenutesi a Francavilla al Mare.

E’ sempre stato il tennis la tua grande ed unica passione sportiva? Non hai mai giocato a calcio, e se sì, in che ruolo, qual è la tua “fede” pallonara?
“Assolutamente no. La mia più grande passione che eredito da mia mamma, che è stata atleta di squadra Nazionale è lo sci. Ho vissuto a Brunico da uno a quattro anni e li sciavo ed ho anche iniziato a fare gare ufficiali nella categoria baby con ottimi risultati. Contemporaneamente giocavo a tennis d’estate nel circolo di mio padre a Porto San Giorgio. Il maestro Di Paolo ha convinto mia madre a lasciare lo sci viste (secondo lui) propensioni speciali nel tennis…. Sono tifoso di calcio. Juventino. E non mi pento affatto”.

Qual è il tuo idolo della racchetta?
“Quelli che vincono e affascinano. Per motivi molto diversi ovviamente Nadal e Federer. Gli altri sono tutti comuni mortali….”

Quand’è che ti è venuta la pelle d’oca da sportivo e nella vita civile?
“Quando ho vinto Wimbledon Junior da sportivo e dopo l’esame di maturità scientifica da privato”.

Cos’è che ti rende felice, o se vuoi, ti aiuta ad essere sereno; cosa invece ti dà più fastidio e non sopporti?
“Vincere mi rende felice. Perdere mi da il massimo del fastidio, ma sto imparando a convivere con filosofie di vita meno estreme”.

Qual è il tuo più grande sogno di tennista, quale il tuo prossimo traguardo da tagliare?
“Da piccolo i top 10. Oggi sento di essere stato un po’ poco realista e confiderei in una buona carriera con qualche vittoria di prestigio in tornei Atp, magari importanti. Agli slam non ci penso. Troppo lontani oggi e poi, in fondo, in bacheca ne ho già uno, anche se junior, che è molto molto molto meglio di niente….”

Quali sono i consigli che ti senti ripetutamente dare dai tuoi maestri e dai tuoi genitori?
“Convivere con le pressioni esterne e vivere giorno per giorno senza porsi rigidi obiettivi di risultato. Poi lavoro, lavoro e ancora lavoro”.

Sei giovanissimo, ma cosa ti ha insegnato fino ad ora lo Sport, la vita, e quali sbagli non rifaresti più, potessi tornare indietro?
“Che nessuno ti regala niente e che solo grandi sacrifici ed un sano lavoro insieme ad un gruppo forte attorno ti possono instradare al successo”.

In te prevale di più la ragione o il cuore? O la pancia, come ha sostenuto qualche altro?
“Direi il cuore anche se non in modo totalmente irrazionale”.

Ascolti musica (che tipo?), come trascorri il tuo passatempo, lontano dagli allenamenti? Il libro e il film più bello che hai letto, visto?
“Musica pop. Mi piace stare con amici, mangiare bene, sciare ed assistere ad eventi principalmente sportivi ma anche legati allo spettacolo e culturali. Libri ne ho letti pochi. Film ne ho visti molti e quello più bello direi Il Gladiatore”.

L’ultima volta che hai pianto di gioia e l’ultima di dolore?
“Di gioia a Wimbledon a 17 anni. Di dolore, mai”.

Oltre a confermarti quel grande tennista che sei (nel 2013 hai conquistato il prestigioso Torneo di Winbledon Juniores, dopo che l’ultimo italiano a farlo è stato Diego Narciso nel 1987), cosa sogni di fare da grande?
“Del mio meglio. Non faccio più pronostici. Qualcosa di importante comunque lo farò, ne sono certo”.

Il Veneto (sei nato il 1° febbraio 1996 a Cittadella di Padova) e le Marche sono le tue regioni: a livello di temperamento, di origini, di abitudini, di cibi cosa ti hanno donato queste due operose regioni d’Italia?
“La cultura del lavoro e del sacrificio insieme a quella del sogno. Sognare e provarci è bello. Senza sogni rimarrai mediocre o sempre un gregario”.

Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it  (6 maggio 2018)

© Riproduzione Riservata

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