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lunedì, 6 Maggio 2024
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Il Mozzecane passa da un ciclo all’altro

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Stanotte, sulla Strada Quistello, a metà via tra Verona e Mantova, immersi nella campagna, in Corte Reginella, presso l’omonimo agriturismo, il calcio di Mozzecane ha dato l’addio alla stagione appena conclusasi e ha porto l’arrivederci a quella che partirà in autunno. Per i “rosso-blu della Postumia”, una salvezza raggiunta all’ultima giornata, quale dazio pagato per l’ingresso in una categoria – la Promozione – che li vedeva storicamente impegnati per la prima volta in 50 anni di attività (a proposito, si vocifera di un libro in cantiere redatto dall’esperto in queste creazioni, il giornalista sportivo Cristian Canazza, testo che raccoglierà schegge, frammenti del “fubal” di quelle parti, il quale ha emesso i suoi primi vagiti ufficiali nel 1970).

Il presidente Riccardo Montefameglio (classe 1978) ha posto l’accento sulla compattezza di una società, la quale intende l’anno prossimo migliorare l’obbiettivo da raggiungere; club che tributa il congedo ad atleti che hanno chiuso un ciclo con il team (parliamo di una buona fetta della retroguardia, ovvero di Andrea Gozzi, Giordano Begnoni, Marco Avanzini, Fabio Calandrelli, Mattia Bombarda, il preparatore dei portierti Amos Picone). “Fare calcio” ha chiosato il giovane massimo dirigente mozzecanese “è mettere insieme idee, uomini, sacrifici, serate sacrificate alla propria famiglia. Sono felice del ritorno in società di un grande appassionato del calcio della nostra comunità, il noto ristoratore di San Zeno di Mozzecane, Fabrizio Begnoni, ma anche della riconferma dello sponsor Giorgio Viviani, dell’opera prestata spassionatamente dal volontariato, oro prezioso di noi dilettanti. Per non parlare della “colonna” Antonio Trematore, reduce da un delicato intervento chirurgico, di Carlo Patuzzo – il gestore del “Nereo Faccioli”, del mio vice Gino Anselmi, dei responsabili del nostro fiorente vivaio, il dr Paolo Giavoni ed Alessandro Cristofoli, il cui padre Giovanni è nostro cassiere”.

Poi, la parola non poteva passare all’anfitrione della serata, Giorgio Giavoni, presidente onorario, il quale dall’alto delle sue 87 primavere (10-7-1932) ha ricordato di far parte del team della Postumia dal lontano 1983, dopo essere stato precedentemente per 10 anni al Sivam di Bagnolo, a fianco del fratello, il dr Carlo. “Altissima la salvezza raggiunta” ha commentato Giavoni, sulle note di “‘O sole mio!” cantato dal grande Mario Del Monaco e scortato dall’addetto stampa Paolo Petrìn, “a quota 37, il cui raggiungimento mi ha fatto perdere in 9 mesi dieci anni di vita. Il prossimo Torneo” ha aggiunto la “memoria storica” (assieme al corrispondente Vetusto Caliari – classe 1938, ex maestro di alunni delle Elementari -) “sarà ancora più impegnativo, e bisognerà partire col piede giusto”.

Assenti il mister riconfermato, l’ex Toro, Salernitana e Catania Giovanni Orfei e il nuovo primo cittadino, Mauro Martelli, rappresentato da Tomas Piccinini, ex giocatore ed allenatore, oltre che sindaco da due mandati molto apprezzati e proficui. Ebbene, Piccinini ha parlato di crescita importante della realtà calcistica territoriale, anche a livello di calcio femminile (vedi la Fortitudo) che come vivaio. A proposito di vivaio, Paolo Giavoni (presente al convivio col fratello Stefano), chiamato sul palco assieme a chi da 3 anni sta con lui collaborando, ovvero Alessandro Cristofori, ha sottolineato la soddisfazione di aver chiuso l’annata con tutte compagini iscritte ai Tornei indetti dalla FIGC-LND, dopo stagioni in cui si faceva fatica a completare le “rose” di questa o quest’altra categoria giovanile: “Ora, possiamo dire” ha concluso “che i ragazzi del Mozzecane hanno un gioco!”

Infine, il diesse Diego Pasotto, il “Moggi della Postumia”, ha ricordato che la salvezza è stata preparata fino a una mezza dozzina di gare al termine da mister Nicola Santelli, e completata dall’esperienza del collega Giovanni Orfei. Questo il ricco menù servito, oltre alla torta dedicata al Calcio Mozzecane: antipasti a base di focacce, pizze in teglia, pollo alla Stefani, manzo freddo e capperi. Il tutto innaffiato da caraffe di spritz con Aperol, Campari e da bibite analcoliche. Non sono mancati gli affettati, tra cui coppa, salami e pancetta. Primo piatto, a base di bigoli con ragù di faraona e timo, secondo, invece, di tagliata, verdure grigliate all’origano. Dessert? Fragole con il gelato alla panna. Vini: sfusi di Valpolicella e Custoza, peculiarità della casa e dell’azienda cerealicola-zootecnica, con sede a Roverbella mantovana.

Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it

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