…”Dall’Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno” – scomodiamo il Manzoni nel suo “Cinque maggio”, ode scritta nel 1821 in occasione della morte di Napoleone Bonaparte, esule nell’isola di sant’Elena -, ecco, signori la storia di un altro giovane alla ricerca – come ha fatto alcuni anni fa la mamma Mary, lasciando il Paese andino, per approdare in Italia in cerca di un lavoro – che migliori l’esistenza. Nella fattispecie, per il trequartista Andres Guzman, classe 2002 (18 dicembre), punto – o punta?!? – di forza dell’Union Lugagnano dell’avvocato Giovanni Forlìn e dell’alto quanto esperto dirigente e d.s. Roberto Spada, alla ricerca del paio di punti che garantisca al club la matematica permanenza in Promozione. “Sono nato” si racconta Andrès, perito elettronico ed oggi falegname nella ditta del compagno, conosciuto dalla mamma nel Veronese, “a Cucuta, popoloso (740 mila abitanti) centro nel Nord Est della Colombia, a pochissimi chilometri dal confine con il Venezuela. I primi calci al pallone nel club rosso-nero della città, poi, la militanza anche nel Savana (3 stagioni) e nel Boyacà (9 mesi), il ritorno, a 15 anni, nel Cucuta, quindi, l’arrivo – luglio 2018 – in Italia, nel Veronese”.
“Mamma era venuta qui in cerca di un lavoro che migliorasse la sua esistenza, visto che non navighiamo nell’oro. Ha lasciato in Sudamerica papà, con cui era sfumato il matrimonio, e a Verona ha trovato una nuova esistenza e il nuovo amore. Io l’ho raggiunta un anno dopo, restando a Cucuta accanto ai miei nonni e ai miei zii”. Paese, la Columbia, famosa anche per la bontà del suo caffè ed anche per lo spirito che accompagna i suoi abitanti: “La gente laggiù”, spiega il trequartista del Lugagnano, “è sempre felice, forse perché abbiamo tutto, dal mare, ai laghi, dalle montagne innevate, la temperatura oscilla sempre tra i 28 e i 30 gradi, perché essendo sulla linea dell’Equatore, non abbiamo le stagioni”. E, a pochi chilometri è già Venezuela”. A Verona, lo tessera il Crazy del presidente Giovanni Gambini: “E’ stato lui a consigliarmi “El Luga”” ricorda Andrès “ed eccomi qui da 3 stagioni, compresa quella in corso. In cui, fino ad ora, ho collezionato 5 presenze in prima squadra, promosso dagli Juniores”. Domenica scorsa è entrato nella ripresa con i gialloblù di mister Santelli sotto di tre reti ed ha contribuito all’incredibile rimonta fino al 3 a 3 finale.
Ti abbiamo apprezzato per le folate sui corridoi e per il dribbling facile in velocità: descriviti: “Mi piace fare gol, ma, anche mettere i compagni d’attacco – in primis, la “sequoia” Davide Bertoletti, 40 anni – nelle condizioni giuste per segnare. La velocità, puntare l’uomo in fase di dribbling innescato in rapidità, beh, queste ritengo siano le mie armi migliori. Non riesco a coordinarmi in elevazione, ma, a furia di battere corner e punizioni credo di essere un buon assist-man. Sono un mancino, e quest’anno, negli Juniores Regionali, l’ho cacciata dentro 12 volte, procurando 17 assist-gol. Devo molto alla società del “Luga”, a Roberto Spada e a mister Nicola Santelli, un mister preparato e che sa ottimizzare le caratteristiche dei giocatori che ha a sua disposizione”. Il tuo sogno? “Quello di giocare a calcio per tanti anni perché mi diverto molto. Poi, non sarebbe male poter tentare la via del professionismo, arrivare il più in alto possibile, per poter dare una mano ai miei zii e ai nonni, per migliorare la loro qualità di vita”.
Il tuo idolo e la tua squadra del cuore? “Fin da piccolo, ho come mito Cristiano Ronaldo, la squadra preferita è il Real Madrid del mitico Raul. Ma, sono affascinato anche dai grandi giocatori”. Dopo James Rodriguez, nazionale colombiano, ex centrocampista dei “bianchi di Spagna”, nato nel 1991 proprio a Cucuta, e il difensore ex di Manchester United, Chelsea, di Atletico Madrid, River Plate, Porto ed ora in forza al Rayo Vallecano de Madrid, Radamel Falcao Garcia Zarate – tra i più forti talenti espressi dal calcio colombiano – chissà che in riva all’Adige, in questa fettuccia dell’italico stivale, non sbocci un altro Falcao, Andrès Guzman. La stoffa c’è, la voglia di arrivare anche, dopo averlo ammirato nella ripresa in riva al Piganzo, artefice grazie a un suo assist vincente del colpaccio del “Luga” in casa dell’Isola Rizza Roverchiara. Per adesso, caro Andrès, chapeau! Pardòn, tanto di sombrero!
Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it